Tragedia Lampedusa: il 3 ottobre di un anno fa 368 vittime, il ricordo
(Matteo Guidelli – Ansa)”Eravamo in sei, li abbiamo legati per le caviglie ad una corda con lo stesso sistema utilizzato dai pescatori per sistemare gli ami alle reti da pesca. Un cadavere ogni cinque metri su una corda lunga sessanta”. Un anno dopo Giovanni Di Gaetano ripercorre quel maledetto 3 ottobre, rivede le centinaia di migranti ammassati in quel barcone affondato ad un miglio da Lampedusa, lotta con i fantasmi che da quel giorno non lo hanno più abbandonato.
Di Gaetano ha 60 anni ed è il coordinatore del nucleo sommozzatori di Palermo. Tra 3 mesi andrà in pensione ma quel giorno la sua squadra fu la prima a scendere verso il barcone a 47 metri di profondità, un intervento tecnicamente difficile oltre che umanamente devastante. Per nove giorni consecutivi il mare restituì solo cadaveri: alla fine furono 368 i corpi recuperati, la più grande tragedia del mare mai verificatasi in Italia.
“La prima sensazione che ho provato in acqua è stata ‘non è possibile, quelle sono rocce, non corpi'” sottolinea il vigile del fuoco. Invece erano uomini, donne e bambini. “Ero incredulo, non potevo crederci, c’erano decine di corpi attorno alla barca e centinaia all’interno ammassati anche negli spazi più angusti. Se non l’hai visto non puoi capire”.
A Lampedusa, il 3 ottobre prossimo, ci saranno cerimonie per ricordare la strage e arriveranno, nuovamente, i politici. Ci saranno il presidente della Camera Boldrini e quello del Parlamento europeo Schultz, i ministri Mogherini e Alfano. Per ripetere quel che dissero un anno fa: mai più. E però i fatti dicono il contrario: dal 3 ottobre nel canale di Sicilia sono morte tra le 2mila e le 3mila persone, un’ecatombe alla quale neanche gli sforzi di Mare Nostrum sono riusciti a porre fine.
A novembre dovrebbe partite Frontex Plus, con l’Europa che finalmente sembra aver compreso che Lampedusa è frontiera dell’Unione e non solo dell’ Italia. Ma la verità è che se non si interviene nei paesi di origine e transito, consentendo ai disperati in fuga di presentare lì le domande d’asilo, si continuerà a recuperare cadaveri.
“Io non parlo di politica e della politica, non spetta a me – dice Di Gaetano – Mi auguro solo che non accada mai più. Quello che abbiamo visto scendendo nel mare di Lampedusa mi auguro che nessuno debba mai subirlo”. Tra loro, i sub continuano a parlare del naufragio, alcuni hanno dovuto far ricorso allo psicologo. “Quando lavori non pensi, poi ti siedi e cominci a rimuginare. Sono scene che fanno male e non si dimenticano. Ma devi continuare a tutti i costi perché non recuperare quei corpi sarebbe stata un’ulteriore sconfitta”.
Di Gaetano a dicembre lascerà i vigili del fuoco, dove invece entrerà suo figlio più piccolo. Ma quel 3 ottobre non lo lascerà mai. “E come puoi cancellare l’orrore di una madre e suo figlio che si tengono per mano, laggiù in fondo al mare?”
Tutte le iniziative in programma il 3 ottobre
Una giornata dedicata al ricordo dei 368 uomini donne e bambini morti il 3 ottobre 2013 davanti la spiaggia dei Conigli ma soprattutto un anniversario per ribadire che “fino a quando l’Europa non prenderà atto che è necessario proteggere le persone non i confini, in migliaia continueranno a morire” nel Mediterraneo, come raccontano le cronache degli ultimi mesi nonostante l’impegno dell’Italia con Mare Nostrum.
In occasione dell’anniversario della strage e il Comitato 3 ottobre – l’organismo nato all’indomani del naufragio con l’obiettivo di non far calare il silenzio su quei 368 morti e chiedere alla politica l’istituzione di una giornata dedicata a tutte quelli che hanno trovato la morte fuggendo da guerre e disperazione – presenta le iniziative in programma a Lampedusa.
In occasione dell’anniversario sull’isola saranno inoltre presenti diversi delle istituzioni europee e italiane. Il 3, anniversario della tragedia, sono in programma una serie di manifestazioni – la realizzazione di un murales dedicato ai naufraghi, un flash mob per le vie dell’isola che vedrà la partecipazione di 368 persone, tante quante furono le vittime, la liberazione in cielo di 368 lanterne, una marcia fino alla porta d’Europa – che culmineranno nella deposizione di una corona di fiori in mare nel luogo del naufragio. I sommozzatori delle Capitanerie di Porto, invece, collocheranno sul fondo del mare, accanto al relitto, una lapide sulla quale saranno impresse le impronte delle mani dei sopravvissuti e dei soccorritori.
“Le persone morte o scomparse nel Mediterraneo negli ultimi vent’anni sono oltre 20mila, ed il naufragio del 3 ottobre scorso è stato solo uno di una drammatica serie – afferma il Comitato – Dall’inizio dell’anno ad oggi sono circa 3,000 le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo, un numero che non lascia spazio ad alcun dubbio: fino a quando l’Europa non prenderà atto che è necessario proteggere le persone non i confini, in migliaia continueranno a morire”.
Quella del 3 ottobre, conclude dunque il Comitato, “non è una strage inevitabile, bensì la conseguenza diretta dell’assenza di alternative per le persone in fuga da violenze e persecuzioni”.
Ecco perché in occasione dell’anniversario “chiederemo con forza all’Europa l’apertura di corridoi umanitari e l’istituzione di canali di accesso garantito che consentano alle persone di chiedere protezione senza attraversare il mare”.
LE INIZIATIVE DEL 3 OTTOBRE – Laura Boldrini, Martin Schulz, Federica Mogherini, Angelino Alfano, Maria De Asuncao Esteves, presidente del parlamento portoghese, il 3 ottobre saranno a Lampedusa per un incontro che ha per titolo “Lampedusa, Europa – Come evitare nuove stragi in mare”, in programma dalle 9.45 nella sala delle conferenze dell’aeroporto.
Il dibattito è promosso dal Comune, in occasione del primo anniversario dalla strage. All’incontro parteciperanno anche il presidente della commissione Diritti umani del Senato, Luigi Manconi, il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, e il sindaco di Lampedusa e Linosa, Giusi Nicolini.
Ad aprire i lavori sarà la testimonianza di Adal Neguse, in rappresentanza dei familiari delle vittime della strage del 3 ottobre, accompagnato e sostenuto dal Comitato 3 ottobre.
Interverranno anche Kamal Lahbi, del Forum Sociale Maghreb, William Lacy Swing, direttore Generale Oim; mons. Giuseppe Merisi, presidente della Caritas italiana; Francesca Chiavaci, presidente Arci e il vicepresidente Filippo Miraglia.
“La mia comunità – dice il sindaco Nicolini – da troppo tempo subisce negazione di diritti e disagi legati non solo alla condizione insulare, ma soprattutto alla condizione di confine e periferia d’Europa. Per questa ragione mi auguro che vengano accolte anche le istanze di riscatto sociale, civile ed economico di Lampedusa”. (Fonte Ansa)
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