L’inarrestabile invasione dei “Cinesi” preoccupa gli imprenditori
Ragusa – L’associazione Confronto di Ragusa, di cui è presidente Enzo Cavallo, scende in campo contro le attività commerciali create dai “ cinesi”. Il fenomeno non riguarda solo la provincia di Ragusa, ma tutta l’Isola e l’intero Paese.
“La sempre maggiore presenza di operatori cinesi nel nostro territorio, così come nel nostro Paese preoccupa, e non poco, – scrive Cavallo – gli imprenditori dei vari comuni iblei e dei vari settori. L’argomento è stato attenzionato dall’Associazione “Confronto” anche a seguito delle sollecitazioni pervenute da parte di imprenditori e, soprattutto, di commercianti locali. Nel corso della riunione del Consiglio Direttivo, è stata esaminata la situazione venutasi a determinare e si è dovuto prendere atto che molti esercizi hanno dovuto già chiudere, ed altri sono destinati a farlo, perché messi fuori mercato dalla spietata concorrenza, quasi sempre sleale, dei prodotti, delle merci e di operatori extracomunitari, soprattutto cinesi. Diverse e tutte significative le domande emerse durante l’articolata discussione. “
“La “cinesizzazione” del nostro territorio è un fenomeno “incontrollato” o un fenomeno “incontrollabile”? Ma può essere accettata una globalizzazione senza regole o, peggio, con regole applicate solo a carico di chi da una vita opera sul territorio? Che Stato è il nostro se prima di siglare certi “accordi internazionali” non si preoccupa di tutelare gli imprenditori italiani già costretti a sottostare a leggi, norme e controlli rigorosissimi e sottoposti ad una pressione contributiva e fiscale fra le più onerose del mondo? Se è vero che ormai vige la liberalizzazione dei mercati è anche vero che non possono non esistere clausole e norme a salvaguardia degli operatori locali e dei loro interessi: ma perché non vengono applicate? Ma come si fa a non intervenire per arginare, anche nell’interesse del nostro erario, una situazione, sempre più devastante, che fa registrare la chiusura di tante imprese che, abbandonate al loro destino, non sono in condizione di competere con chi gode di deroghe e di vantaggi che ne facilitano la conduzione aziendale e ne agevolano la gestione? Ma perché la movimentazione elettronica del danaro deve essere imposta solo agli italiani? I consumatori attratti dai prezzi stracciati ed abbondantemente concorrenziali vengono informati, sulle caratteristiche, sulla natura e, spesso sulla pericolosità di talune merci e di tanti prodotti? I cittadini sanno che il marchio C.E. in tanti casi non corrisponde a Comunità Europea bensì, in maniera ingannevole, a China Export? E poi, quali contratti vengono applicati per i dipendenti e quanti contributi vengono versati?
Questi alcuni dei tanti interrogativi emersi nel corso della riunione di “Confronto” e per i quali l’Associazione è ora alla ricerca di risposte, puntuali e precise, per fare chiarezza nell’interesse degli imprenditori.
Di fronte alla marcata marginalizzazione che penalizza le imprese del territorio Ibleo, considerate, da anni, all’avanguardia nello scenario economico-produttivo regionale e nazionale, “Confronto” ha deciso di intervenire nei confronti di tutti i rappresentanti istituzionali del territorio della provincia e dell’intera Classe Dirigente Iblea per chiedere il loro intervento e per sollecitare iniziative ed azioni, per quanto consentito e per quanto possibile, per aiutare e sostenere le imprese in difficoltà e per mettere ordine in un territorio che ha bisogno di riscattarsi attraverso la propria classe imprenditoriale e le proprie apprezzatissime “eccellenze”. A tal fine il Direttivo di “Confronto” ha costituito un “gruppo di lavoro” per l’approfondimento della delicatissima materia e per la predisposizione di un documento da sottoporre a tutti i rappresentanti Politici, Parlamentari, Istituzionali, Professionali, di Categoria, Sindacali e dei Consumatori per determinare il massimo coinvolgimento su una questione non più sottovalutabile.”
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