L’IVA a zero per le isole, proposta a Bruxelles
L’Osservatorio sul Turismo delle isole Europee – Otie ha avanzato una proposta ai componenti della Commissione e del Parlamento Europeo per una aliquota Iva minima o a 0 per le isole appartenenti ai paesi dell’Unione Europea. Il dibattito si è svolto nel corso dell’audizione pubblica sul tema “Action plan on VAT: Challenges for European Islands”, organizzata a Bruxelles presso il Comitato Economico e Sociale dell’Unione Europea, in partenariato con Insuleur e la Federazione delle Piccole isole Europee.
All’audizione pubblica hanno partecipato oltre trenta rappresentati provenienti dalle maggiori isole europee di oltre 7 stati dell’Unione. Erano presenti, tra gli altri, il direttore Donato Raponi della Dg Taxud della Commissione Europea e il parlamentare europeo Inés Ayala Sender.
All’udienza pubblica è stato presentato un progetto preliminare di parere per il Cese, Comitato Economico e Sociale Europeo, in modo da prevedere nel prossimo spazio unico europeo dell’Iva un salvagente per le imprese insulari. Infatti, secondo gli studi dell’Osservatorio Otie, le imprese delle isole avrebbero uno svantaggio competitivo permanente, presentando un differenziale negativo di gestione di oltre il 30%. Più chiaramente, un’impresa localizzata nelle isole sostiene dei costi più alti del 30% rispetto alle imprese che si localizzano nel continente, e questo per molteplici ragioni. Costi di trasporto, costi alti per le materie prime della produzione, costi per risorse umane qualificate, costi per energia ecc. Inoltre, le isole vedono per il 90% dei casi la presenza di micro imprese (meno di 9 dipendenti), mentre quasi inesistente, sul totale, è il peso delle piccole, medie e grandi imprese.
“Questa differenza nei costi di gestione, ormai accertata e presente nel trattato dell’Unione Europea – afferma il presidente di Otie, Giovanni Ruggieri -, può essere recuperata da una scelta ad aliquota zero per le imprese delle isole, cosi da dare loro una condizione di parità con le imprese di altri territori.
Per chiarire ancora, conclude Ruggieri, “non si tratta di dare un vantaggio alle isole, territori ad economia fragile e distanti da mercati ed opportunità, ma di consentire oggi un riequilibrio che va verso il mercato e verso una condizione di maggiore equità”.
(ITALPRESS).
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