A Palermo firmato accordo sulla gestione dei beni confiscati alla mafia
PALERMO (ITALPRESS) – Un’iniziativa volta a tenere alta l’attenzione sul tema dei beni confiscati e valorizzare i presidi di legalità, specialmente destinandoli ai giovani. A idearla è stata Tina Montinaro, vedova dell’agente di scorta Antonio rimasto vittima della strage di Capaci; a metterla in pratica sono Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati (Anbsc), Regione Sicilia e ministero dell’Interno, attraverso la sottoscrizione di un accordo che punta a implementare e migliorare la gestione dei beni in ambito regionale.
Nello specifico la struttura riconsegnata alla società è una villa situata ad Aspra, destinata a ragazzi provenienti da contesti familiari difficili: verrà utilizzata per fargli svolgere attività sportive, con il supporto di Fiamme oro e Polizia per insegnargli a cimentarsi in diverse discipline; il protocollo d’intesa per la consegna del bene è stato sottoscritto da Viminale, Regione Sicilia e Comune di Bagheria.
Accanto ad esso sono state siglate altre sei convenzioni, per l’assegnazione di beni confiscati a enti del terzo settore.
“La Sicilia è fornitrice di materia prima importante in tema di beni confiscati, circa il 40% del patrimonio nazionale – sottolinea il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, – Contiamo di occupare uno spazio significativo soprattutto per quanto riguarda la destinazione dei beni a presidi di forze di polizia: con i patrimoni delle mafie si creano i presupposti perchè possano funzionare meglio sistema giudiziario e sistema di polizia”. Iniziative come questa, evidenzia il titolare del Viminale, – ci fanno ripromettere di fare ancora meglio di così: abbiamo creato i presupposti per rilanciare ancora di più il tema dei beni confiscati. Il problema principale di questo settore è far conciliare domanda e offerta”.
Alla sottoscrizione dell’accordo hanno preso parte anche il presidente della Regione Renato Schifani, il direttore nazionale Anbsc Bruno Corda e il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta. “Quando si parla di restituire alla società i beni sottratti alla mafia si tratta di un principio non negoziabile – afferma Schifani, – La gestione dei beni mafiosi è una scommessa che non stiamo perdendo e che non dobbiamo perdere. Abbiamo già aumentato il numero di confische dal 2009 con l’introduzione di una norma che prevedeva che tale provvedimento avvenisse anche post mortem: l’attenzione a determinati beni deve sempre rimanere massima”.
Corda ribadisce come gli interventi di confisca siano notevolmente aumentati negli ultimi tempi, soprattutto dopo la cattura di Matteo Messina Denaro: “La creazione e la valorizzazione di presidi di legalità nel territorio rappresentano una priorità: da settembre a oggi 1.700 beni sono stati destinati alla Sicilia e, di questi, 1.122 erano per la sola provincia di Trapani, dopo le confische a Messina Denaro”.
– foto: xd8/Italpress
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