Partnership Sicilia-Tunisia per la diagnosi delle malattie autoimmuni

Sicilia e Tunisia insieme per la ricerca e l’innovazione nel settore della diagnosi delle malattie autoimmuni, quali sclerosi multipla, diabete di tipo 1, lupus e celiachia. Sono stati illustrati questa mattina allo Steri di Palermo i risultati del progetto Aida (Autoimmunità: diagnosi assistita da computer), frutto della partnership – avviata alla fine del 2012 nell’ambito dello strumento europeo di vicinanza e partenariato Italia-Tunisia 2007/2013, tra le istituzioni accademiche e sanitarie della Sicilia e della Tunisia. Otto i partner ufficiali: quattro italiani, l’Università di Palermo, l’assessorato regionale alla Sanità e le Asp di Agrigento di Trapani, con la collaborazione degli ospedali Civico e Buccheri La Ferla, e quattro tunisini, tra cui l’Institut Pasteur di Tunisi e l’Università di El Manar.

“L’obiettivo – spiega all’Italpress Giuseppe Raso, docente del dipartimento di Fisica e Chimica dell’Ateneo palermitano e coordinatore del progetto – era quello di applicare, nell’ambito del programma-quadro transfrontaliero Italia-Tunisia, le tecnologie delle informazioni (Ict), in un ambito preciso della salute, quale quello della diagnosi precoce delle malattie autoimmuni. È  un ambito molto importante, perchè si tratta di malattie a volte devastanti: una diagnosi per tempo non consente la guarigione, ma dà la possibilità al paziente di affrontare molto meglio la malattia. C’è la possibilità di mitigarne gli effetti e di non farne scatenare altri ben più gravi”.

L’aiuto del computer diventa quindi uno dei passi fondamentali e così, grazie alle collaborazioni con le strutture tunisine, sottolinea Raso, “siamo riusciti a costruire il più grande database mondiale di uno dei test elettivi delle malattie autoimmuni, ovvero l’Ifi, immunoflorescenza indiretta, con analisi del sangue e immagini al microscopio. Il più grande database – osserva – aveva circa 200 immagini, ora ne possediamo più di 20 mila”. Oltre al database, altro frutto del progetto è la creazione di un software che utilizza delle tecnologie di intelligenza artificiale che aiutano il medico”.

Alla tavola rotonda, oltre a diverse autorità del Paese nordafricano, anche il rettore dell’Università di Palermo, capofila del progetto Aida, Roberto Lagalla. “Il ponte della conoscenza, della ricerca, della collaborazione istituzionale deve sempre più, tra le due sponde del Mediterraneo, essere incentivata, stimolata e attuata – dice Lagalla -. Mi piace pensare a un’area euromediterranea della conoscenza e della cittadinanza attiva, e il progetto Aida, supportato anche dall’impegno della Regione siciliana e del Governo tunisino, rappresenta un’esemplificazione di avanzamento della conoscenza nel settore medico attraverso l’utilizzazione ottimale della tecnologia, ma anche un’azione che ha dei riverberi importanti di natura sociale e sanitaria. Per Lagalla “l’anticipazione diagnostica induce vantaggi sulla qualitàdella vita e sul livello della salute di comunita’ e popolazioni. Per questo ritengo che sia un progetto a doppia chiave di lettura: una tradizionalmente cooperativa sul piano accademico, ma soprattutto un incentivo al miglioramento della qualita’ dell’assistenza sia in Tunisia che in Sicilia, due realta’ afflitte da problemi comuni”. (italpress)

Redazione

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