Quel che resta delle Little Italy d’America, dal declino a New York alla rinascita a San Diego
Dall’ormai quasi inarrestabile declino a cui si assiste a New York, al clima depresso di Baltimora, alla rinascita di San Diego. E’ un quadro con molte ombre e qualche luce quello che fotografa ciò che rimane delle tante ‘Little Italy’ d’America. Le ‘Piccole Italie’ che, in occasione del Columbus Day, “la nostra festa”, come la chiamano gli italoamericani, si riempiranno, laddove ancora possibile, di migliaia di bandiere tricolori.
Un colpo all’orgoglio italoamericano recentemente lo ha dato il Consiglio comunale di Seattle che, noncurante della tradizione, ha scelto di ribattezzare il Columbus Day ‘Indigenous People’s Day’. Colpi ancora più duri negli anni sono venuti dagli aumenti vertiginosi dei prezzi delle proprietà immobiliari, dall’onda lunga delle recessione e dai cambiamenti della struttura demografica. Tutti motivi che hanno contribuito al ridimensionamento di molti quartieri italoamericani nelle grandi città Usa.
A New York, dove ‘la madre di tutte le Little Italy’ d’America, spaziava su oltre 50 isolati, oggi si contano appena tre isolati dalle parti di Mulberry Street, dove ancora resistono caffè, negozi e ristoranti italiani. A partire dagli anni ’60, a prendere lentamente il sopravvento sono stati i nuovi immigrati asiatici e la piccola Chinatown di un tempo ha finito per inglobare la Piccola Italia, divenuta ormai piccolissima.
Del resto, se l’America sta tornando rapidamente ad essere una nazione di immigrati, come testimoniato dagli ultimi dati, a cambiare radicalmente è stata la componente delle ondate migratorie. Come scrive il Wall Street Journal, la percentuale di immigrati tra la popolazione Usa lo scorso anno era salita al 13,1% rispetto al 13% del 2012. E’ il livello più alto dagli anni ’20 del secolo scorso e un incremento notevole del numero dei residenti nati all’estero, se paragonato al 4,7% degli anni ’70.
Ad attrarre i nuovi arrivati è certamente la ripresa dell’economia americana. Tra il 1880 e il 1930 i 27 milioni di nuovi immigrati giunti in America provenivano soprattutto da Italia, Germania, Europa dell’est, Russia, Gran Bretagna, Irlanda, Canada e Svezia. Negli anni ’90, l’altra grande ondata migratoria, gli arrivi erano soprattutto dal Messico e dall’America Centrale. Oggi, dati alla mano, i flussi provengono soprattutto dall’Asia.
Altro ridimensionamento di un’altra storica Little Italy è avvenuto a Baltimora. Il quartiere italoamericano che sorge a est del porto interno cittadino e dove nacque Nancy Pelosi, negli ultimi anni ha visto la chiusura di numerosi e storici ristoranti italiani. Un processo che comporta la perdita forse irreversibile di un prezioso tessuto di tradizione e cultura che si è verificato in passato anche a Los Angeles e i cui sintomi sembrano in atto anche a Chicago.
Accanto alle ombre, ci sono anche le luci. “Ci sono probabilmente tre Little Italy vivaci rimaste in questo Paese -ha raccontato alla Nbc il direttore della Little Italy Association di San Diego, Marco Li Mandri – la Little Italy di San Diego è in fortissima crescita, il North End di Boston è un quartiere veramente fantastico e mi piace molto anche quella di Providence, nel Rhode Island”. La rinascita della Little Italy di San Diego deve molto alla perseveranza di Li Mandri. Negli anni ’90, il quartiere che un tempo era tra i più vivaci del centro città, era divenuto una “comunità appassita”. Poi, i residenti hanno cominciato a darsi da fare.
Li Mandri mise insieme negozianti e proprietari immobiliari e creò la Little Italy Association. Insieme chiesero dei mutui per migliorare il quartiere. Negli ultimi 10 anni sono stati costruiti condomini di ottimo livello che ospitano 3mila appartamenti, oltre ad una piazza di oltre 900 metri quadrati e i residenti sono passati da 3mila a circa 8mila. Lo scorso weekend si è tenuta la festa del quartiere, che ha attratto 100mila persone da tutta la città. “La più grande celebrazione italoamericana del Paese”, l’ha definita Li Mandri.
La chiave del successo della nuova Little Italy di San Diego sembra essere stata proprio la piazza. “In Europa tutto ha a che fare con gli spazi pubblici, le piazze. Ma questa tradizione si era persa nel sud della California dopo la Seconda Guerra Mondiale. Per questo abbiamo liberato le strade e costruito spazi pubblici nel tessuto della nostra comunità”, ha raccontato Li Mandri nel servizio che gli è stato dedicato dall’emittente Usa. Pochi dubbi, quindi: “A fare la differenza tra la nostra Little Italy e le altre sono stati proprio gli spazi pubblici”.
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