Agrumicoltura, Mozione di 50 deputati all’ARS

arance-riberaPalermo, 19 febbraio - Una mozione firmata da ben 50 parlamentari di
tutti i gruppi e proposta da Toti Lombardo del Partito dei Siciliani
MpA è stata presentata oggi all’ARS, per impegnare il governo regionale ad affrontare con urgenza la gravissima crisi del settore
agrumicolo.

Nell’atto di indirizzo, i parlamentari sottolineano come in Sicilia si
assiste ad una sempre maggiore riduzione della superficie destinata
alle coltivazioni agricole e come questo corrisponda ad un calo della
produzione, che contrasta con l’aumento avvenuto nell’ultimo decennio
nell’area del Mediterraneo.

I firmatari ricordano inoltre come “il prezzo pagato ai produttori
oscilla oggi tra gli 0,05 ed i 0,10 Euro al Kg in base alla diversa
tipologia e qualità delle arance” e sottolineano come “la crisi del
settore agrumicolo ha raggiunto un livello di gravità estrema che non
ha precedenti nella storia siciliana per la concomitanza di diversi
fattori negativi, primo tra tutti il crollo del prezzo pagato ai
produttori a fronte di costi di produzione in continuo aumento; a ciò
si aggiunga che, da circa due anni, il problema della pezzatura medio
– piccola delle arance che, ancorché ininfluente sulla qualità finale,
agisce da deterrente del mercato.”

Da queste considerazioni nasce un pacchetto di proposte che i 50
parlamentari hanno formalizzato per impegnare il Governo.

“E’ indispensabile – afferma Toti Lombardo - che il Governo si faccia
subito promotore di un tavolo tecnico per la promozione degli accordi
di filiera previsti dall’art. 82 della legge 11/2010 affinché la
Regione sia garante, anche attraverso aiuti ed interventi concreti, di
un accordo fra le Organizzazione dei produttori e i rappresentanti
dell’industria della trasformazione agroalimentare sul prezzo delle
arance di piccola pezzatura, sostenendo sia il reddito dei produttori
che la distribuzione e promozione del prodotto finito.”

L’altra proposta formalizzata nella mozione è quella di verificare se
non ricorrano le condizioni per chiedere lo stato di calamità che
permetterebbe la sospensione della riscossione dei tributi per un
anno, “perché – ha detto Lombardo – in questo momento non è pensabile
esigere dai produttori ridotti ormai allo stremo per gli altissimi
costi di gestione il pagamento delle tasse su redditi che non hanno.”

Infine la proposta di ripetere quanto già fatto dalla Regione nel 2010
“quando la crisi aveva dimensioni ridotte rispetto a quella attuale”,
con un “ritiro straordinario del prodotto da destinare a “aiuti
umanitari ed interventi caritatevoli, che sia anche rispettoso della
normativa comunitaria sull’aiuto di Stato.”

“Anche se siamo certi che il Governo farà proprie le nostre proposte –
ha dichiarato Lombardo – non possiamo non preannunciare azioni di
protesta clamorose, insieme agli agricoltori, se da parte
dell’Assessorato non verranno in tempi brevi dei segnali e delle
risposte concrete.”

Infine una richiesta al Presidente dell’ARS: “auspichiamo – ha detto
Lombardo – che il Presidente si faccia parte attiva nel riconoscere le
irrinunciabili ed irrimandabili necessità del settore, convocando una
seduta ad-hoc dell’Assemblea su un tema che riguarda ormai in modo
drammatico migliaia di famiglie.”
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