Alla siciliana Caruso il premio Michelin Chef Donna
MILANO – E’ Martina Caruso, chef stellata del ristorante Signum a Salina, in Sicilia, la vincitrice del Premio Michelin Chef Donna 2019. Il premio – assegnato al The Yard Hotel di Milano in occasione della quarta edizione del progetto Atelier des Grandes Dames – è il riconoscimento alla sua cucina “strutturata, ma allo stesso tempo fresca e delicata con proposte originali che esaltano i sapori e i profumi dei prodotti locali”, ma anche alla sua “grande volontà e capacità di progredire e di rappresentare la sua isola raggiante, attraverso una grande tecnica e il tocco femminile di una giovane donna appassionata e determinata”. Martina Caruso, 29 anni, ha mosso i primi passi in cucina nella struttura di famiglia, che offre una meravigliosa vista su Stromboli e Panarea. Nei mesi di chiusura invernali ha lavorato al fianco di diversi chef stellati che hanno segnato il suo percorso di crescita e che l’hanno arricchita. Stella Michelin dall’edizione 2016, propone una cucina locale e mediterranea aperta a contaminazioni interregionali e internazionali alla cui base troviamo gli aromi dell’isola.
La premiazione è stata preceduta da un dibattito sul ‘significato della femminilità in cucina’ nell’alta ristorazione in Italia: non solo differenza di genere, ma sfaccettatura nell’approccio lavorativo, emozionale e caratteriale nel mondo dell’alta ristorazione. Per sviluppare questa tematica, Veuve Clicquot ha scelto di utilizzare una serie di immagini fotografiche, per far emergere visivamente il significato della femminilità in cucina. Tra i soggetti Martina Caruso ritratta da Lido Vannucchi, Antonia Klugmann fotografata da Francesca Brambilla/Serena Serrani, Katia Maccari da Andrea Moretti, Solaika Marrocco da Marco Varoli. “Le foto parlano del mio legame con Salina, di cui ho una conoscenza profonda dei luoghi ma anche delle persone.La mia femminilità in cucina è espressione della mia terra”, ha spiegato Caruso. “Il cuoco comunica attraverso il prodotto del proprio lavoro, come un artigiano, e viene valutato in base alla bontà del proprio piatto. Null’altro”, ha sottolineato Antonia Klugmann. “Non penso ci sia una differenza nell’approccio tecnico al lavoro ma penso che uomini e donne abbiano modalità diverse di comunicare e relazionarsi con le persone con cui lavorano”.
Per Katia Maccari “tenacia, perseveranza, fatica, ottimizzazione, amore” gli ingredienti che servono a una donna “per gestire una famiglia, e lo stesso serve ad una donna che arriva a gestire una cucina nel mondo dell’arta ristorazione”. “La femminilità in cucina è in primis un traguardo, un percorso fatto di tanti ostacoli, prove, sfide. E l’aver finalmente superato, o almeno il tentativo di superare, la distinzione di genere”, ha ricordato Solaika Marrocco.
Il network Atelier des Grandes Dames, ideato dalla Maison Veuve Clicquot con lo scopo di sostenere e celebrare i talenti femminili dell’alta ristorazione, raccoglie 16 chef, legate da talento e passione. Ha rinnovato per il terzo anno la partnership con Michelin Italia, supportando il premio. “Sono onorato di far parte di una Maison che da anni prende le parti delle donne con questo importante progetto” ha affermato Carlo Boschi, senior brand Manager Veuve Clicquot. “Il lavoro di Veuve Clicquot ha lo scopo di creare un network in grado di supportare e valorizzare le grandissime potenzialità di queste donne, di renderle sempre più consapevoli delle loro capacità e di metterle in relazione l’una con l’altra, perché possano stimolarsi e aiutarsi a vicenda”.
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