Allerta inondazioni, ora più rapide e precise grazie alla ricerca europea
BRUXELLES – Lanciare tempestivamente l’allerta in caso di alluvioni e monitorare in tempo reale le relative situazioni di emergenza può salvare vite ed evitare danni a immobili, infrastrutture e ambiente. Imprints, WeSenseIt e UrbanFlood sono solo tre esempi di progetti finanziati dall’Unione europea che hanno messo a punto sistemi unici di previsione e di allerta per avvisare le popolazioni del pericolo imminente di alluvioni.
La prevenzione e la gestione delle inondazioni sono al centro del progetto Imprints, che ha sviluppato una piattaforma di allerta precoce in grado di ridurre a circa due ore, o anche meno, i tempi di reazione a piene improvvise, dando così alle persone interessate più tempo per mettersi in salvo. La piattaforma è basata su previsioni più accurate delle precipitazioni, che si avvalgono di reti radar e modelli meteorologici. Il software è in grado di prevedere i flussi d’acqua a livello del suolo e di fornire un sistema completo di allerta precoce per le inondazioni improvvise, la quantità di detriti che esse possono trasportare e i danni potenziali alle infrastrutture locali.
In Spagna, Svizzera e Francia le innovazioni apportate da questo progetto sono utilizzate dai servizi idrici e idrometeorologici per migliorare i propri sistemi di previsione in tempo reale. Inoltre, gli indicatori relativi alle inondazioni improvvise sviluppati nel quadro del progetto sono usati nell’ambito del sistema europeo di sensibilizzazione sulle alluvioni già operativo.
In parallelo il progetto WeSenseIt, che si concluderà nel settembre 2016, fa leva sulla capacità di osservazione umana come elemento essenziale in un sistema di allerta precoce. I cittadini vi contribuiscono effettuando misurazioni con nuove applicazioni, attualmente in via di sviluppo nell’ambito del progetto, e inviando informazioni e immagini tramite il telefono cellulare. Le nuove tecnologie e i nuovi approcci sono attualmente testati in Italia (grazie al partenariato con l’azienda Quinary SpA e con l’Autorità di bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione), nei Paesi Bassi e nel Regno Unito.
“Abbiamo sviluppato applicazioni per dispositivi mobili che consentono alle guardie fluviali nel Regno Unito, mentre percorrono le rive, di fare foto taggate con indicazioni o osservazioni se ritengono di aver notato qualcosa di preoccupante”, spiega il coordinatore del progetto Fabio Ciravegna dell’Università di Sheffield. Alla fine di marzo 2014 si è conclusa a Vicenza la valutazione di un esercizio di simulazione di un’inondazione cui hanno partecipato circa 500 volontari.
Le dighe, gli argini e le rive dei fiumi sono a rischio durante un’inondazione. Il progetto UrbanFlood ha messo a punto sensori e tecnologia correlata per monitorare gli argini di protezione dalle piene e lanciare un’allerta precoce in caso di rischi di cedimento. I sensori sotterranei controllano lo stato degli argini e rilevano qualsiasi cambiamento a livello delle acque e altri fattori, quali temperatura, umidità e movimenti di terra. Tali informazioni sono poi analizzate dal software di modellizzazione del progetto, che può far scattare un allarme qualora sorga un problema. Il software calcola la velocità con cui il sito sarà allagato in caso di cedimento e suggerisce persino i modi migliori per trasferire i cittadini in aree più sicure.
“L’UE continua ad investire nella ricerca e nell’innovazione finalizzate alla prevenzione e alla gestione delle inondazioni”, ha dichiarato Máire Geoghegan-Quinn, commissaria europea per la ricerca, l’innovazione e la scienza. “Il nostro obiettivo è aiutare i governi ad adottare misure adeguate e coordinate per ridurre questo rischio e proteggere i loro cittadini”.
Anche il Centro comune di ricerca della Commissione europea contribuisce alla ricerca sulle inondazioni con lo sviluppo di sistemi di previsione e monitoraggio a livello europeo e globale come EFAS, GloFAS e GFDS.
I progetti
Imprints ha ricevuto 3,3 milioni di EUR nell’ambito del 7° programma quadro (PQ) dell’UE. Il progetto ha riunito 18 istituti di ricerca di 7 paesi (Francia, Italia, Paesi Bassi, Sudafrica, Spagna, Svizzera e Regno Unito) e il Centro comune di ricerca della Commissione europea).
WeSenseIt ha ricevuto un finanziamento di 5,4 milioni di EUR nell’ambito del 7° PQ. Il progetto riunisce partner dei settori pubblico e privato e comprende otto PMI: Quinary (Italia), Disdrometrics (Paesi Bassi), HydroLogic Research (Paesi Bassi), Software Mind (Polonia), Advantic Sistemas y Servicios (Spagna), Starlab Barcelona (Spagna), Sensorscope (Svizzera) e Knowledge Now (Regno Unito).
UrbanFlood ha beneficiato di un finanziamento di circa 2,3 milioni di EUR nell’ambito del 7° PQ. Hanno partecipato al progetto: la società informatica TNO (Paesi Bassi), l’università di Amsterdam (Paesi Bassi), STOWA, che coordina le attività di ricerca per le autorità olandesi competenti per le risorse idriche (Paesi Bassi), l’istituto di ricerca nel settore dell’informatica Cyfronet (Polonia), la controllata russa della Siemens (Russia) e la società di consulenza HR Wallingford (Regno Unito).
Finanziamento della ricerca e dell’innovazione in Europa
Il 1° gennaio 2014 l’UE ha varato un nuovo programma settennale per la ricerca e l’innovazione, “Orizzonte 2020”. Nei prossimi sette anni quasi 80 miliardi di EUR verranno investiti in progetti di ricerca e innovazione per sostenere la competitività economica dell’Europa e ampliare le frontiere del sapere umano. Il bilancio UE per la ricerca è incentrato principalmente sul miglioramento della vita quotidiana in settori come la sanità, l’ambiente, i trasporti, l’alimentazione e l’energia. I partenariati di ricerca con le industrie farmaceutica, aerospaziale, automobilistica, ferroviaria ed elettronica incoraggiano a loro volta gli investimenti del settore privato a favore della crescita futura e della creazione di posti di lavoro altamente qualificati. Orizzonte 2020 presterà ancora maggiore attenzione alla traduzione di idee eccellenti in prodotti, processi e servizi commercializzabili.
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