Cous Cous Fest, Italia vince la gara
SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), 27 SETTEMBRE – L’Italia vince la gara gastronomica internazionale del Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo (Trapani) alla quale hanno preso parte 10 nazioni. Per la prima volta nella storia della rassegna la squadra azzurra vince sia il premio miglior cous cous assegnato dalla giuria tecnica che quello attribuito dai giurati popolari.
La ricetta di Andrea Provenzani e Giuseppe Salmeri – milanese il primo, chef del ristorante ”Il Liberty”, sanvitese il secondo, in forza al ristorante dell’hotel Capo San Vito – ha conquistato proprio tutti con una preparazione dal titolo “La mia Sicilia”, a base di ricciola, cipolle al Marsala, pesto al finocchietto, pistacchio e limone, latte di mandorla e polvere di caffè. A partecipare alla gara gastronomica internazionale quest’anno c’erano chef provenienti da Costa d’Avorio, Francia, Israele, Italia, Libano, Marocco, Palestina, Senegal, Stati Uniti e Tunisia. A premiare la squadra italiana è stato il sindaco di San Vito Lo Capo Matteo Rizzo, soddisfatto del buon esito di questa edizione del Cous Cous Fest, che si chiude domani sera, che ha visto la presenza di ospiti come Pino Daniele ed Irene Grandi, dello chef Gennaro Esposito, dell’attore e chef Andy Luotto e del cuoco Filippo La Mantia. La giuria di esperti, dieci tra giornalisti, chef e food blogger capitanati da Paolo Marchi, e’ rimasta impressionata dalla ”capacità di preparare il cous cous su note affumicate e quasi agrodolci per esaltare un’ottima preparazione di una ricciola di 36 kg pescata al largo delle coste trapanesi”.
Alla Francia e’ andato il premio per l’originalita’ del piatto, offerto da Electrolux Professional. Il team d’oltralpe ha infatti presentato in gara un insolito cous cous dolce con gelato alla verbena. Il premio per la migliore presentazione del piatto, offerto da Conad, e’ andato alla Costa d’Avorio, in gara con Abibata Konate, conosciuta come Mama Africa, che a Palermo gestisce una piccola osteria, a Santa Chiara, quartiere popolare diventato culla dell’immigrazione. Il suo piatto lanciava un messaggio di pace e integrazione, mostrando una mano nera, disegnata su un cous cous bianco, al centro del quale spiccava un cuore rosso.
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