Covid, un ponte tra Sicilia e Nord Africa per salvare vite umane
PALERMO– “Con l’attività formativa sul biocontenimento abbiamo formato oltre 9.500 figure sanitarie e 250 tra le forze di polizia. Avere già personale formato in tempi pregressi, dunque appena all’inizio della pandemia, potrebbe essere servito a salvare qualche vita”. Lo ha detto il presidente dell’ordine dei medici di Palermo, Toti Amato, all’Italpress, a margine della presentazione del progetto “Health Biosafety Training” a Palermo.
Nato dalla sinergia tra il Ministero, l’assessorato della Salute della Regione siciliana, l’Ordine dei medici di Palermo, quale capofila degli ordini siciliani, e le Asp di Ragusa e di Trapani, “Health Biosafety Training” dal 2019 ha già formato circa 10 mila discenti tra dirigenti e personale delle Aziende sanitarie regionali, della Seus 118 dell’Usmaf-Sasn del ministero della Salute, della Croce rossa, della polizia, carabinieri nas, guardia costiera, capitaneria di porto. E adesso il Ministero della Salute ha dato il via libera all’istituzione di un centro di formazione permanente.
“Dovremmo definire dei protocolli d’intesa con il ministero dell’Interno e con il ministero della Salute, che già hanno dato il loro bollino, per formare tutte le forze di polizia – ha aggiunto -. Questa è dunque una realtà siciliana che sembra possa collegarsi alla realtà nazionale”.
Amato ha anche reso note per la prima volta una serie di interlocuzioni con i paesi nordafricani nell’ambito di una cooperazione sul tema. “Mi è stata fatta richiesta da alcuni paesi del Nord Africa, Tunisia e Algeria – ha spiegato – di poter avere questo ‘know how’ già costruito da noi in Sicilia. Può essere un ponte culturale nei momenti difficili a livello internazionale in cui l’Italia può dare il proprio supporto per salvare vite umane”.
(ITALPRESS).
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