Diritto alla pesca in acque internazionali, Gibiino (FI): “Sia garantito”
“Una situazione di incertezza intollerabile, quella del diritto alla pesca in acque internazionali al largo delle coste della Sicilia, che si trascina da anni, provocando danni enormi all’attività della nostra flotta di pescherecci e ad una già fragile economia. Per questo motivo ho presentato un’interrogazione parlamentare ai ministeri degli Affari esteri e delle Politiche Agricole, con l’obiettivo di spingere il governo Renzi ad agire nell’unica direzione possibile, la richiesta del rispetto delle regole vigenti da parte di tutti i Paesi del nord Africa che si affacciano sul Mediterraneo, in principal modo Egitto, Tunisia e Libia”, lo dichiara il senatore Vincenzo Gibiino, membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia e coordinatore azzurro in Sicilia.
“L’ultimo angoscioso episodio è del 18 gennaio 2015, con il sequestro dei motopescherecci ‘Alba Chiara’, di Siracusa, e ‘Jonathan’ di Cagliari, impegnati in una battuta di pesca in acque internazionali, come confermato dalla strumentazione satellitare di bordo – prosegue l’esponente azzurro –. Abbiamo assistito allo stesso beffardo copione di sempre: i motopescherecci italiani vengono fermati, il loro equipaggio scortato nei porti nordafricani e trattenuto, ed il loro pescato sequestrato, in quanto i natanti avrebbero svolto, illegittimamente, attività di pesca all’interno della loro zona economica esclusiva (ZEE)”.
“Il rispetto del diritto internazionale e delle attività ittiche nel mar Mediterraneo è diventato cosa particolarmente complessa – sostiene Gibiino –, non solamente a causa dell’incertezza politica di alcuni Stati del nord Africa ma anche perché taluni di questi rivendicano un’estensione delle loro acque territoriali in contrasto con il diritto internazionale consolidato. È doveroso che il Governo intervenga, anche in sede di Unione Europea, al fine di giungere ad un accordo che garantisca definitivamente il diritto alla pesca nelle acque internazionali del Mar Mediterraneo, cioè il rispetto da parte degli Stati rivieraschi delle attività economiche legittime dell’Italia in acque internazionali”.
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